IL VERDE DELLA NOSTRA CITTA’

 
Il futuro non è certo roseo, anzi nero per i 6 pini domestici (Pinus pinea) di P.le San Martino a Conegliano che fiancheggiano la chiesa Parrocchiale dei SS. Martino e Rosa. Alcuni giorni fa sotto i pini un semplice cartello scritto a mano recava la scritta: “Potatura per Sabato 24/10/2020”. Abbiamo poi saputo, come confermato dallo stesso Assessore Toppan sui social, che l’ufficio tecnico comunale aveva previsto non la potatura ma il loro taglio di abbattimento.

Quante volte purtroppo si arriva a queste situazioni di grave compromissione della normale crescita e conformazione arborea perché negli anni è mancata, è stata rimandata, è stata troppo incisiva o mal eseguita una manutenzione attenta del verde cittadino. Stiamo parlando delle potature di conformazione e di alleggerimento della chioma che sono indispensabili e necessitano costantemente per garantire una corretta crescita dell’albero pur nel rispetto della sua morfologia e fisiologia.
Perdere i “grandi vecchi ”, alberi maestosi che con la loro presenza fisica dello spazio nelle piazze e nei luoghi di passeggio o di ritrovo della città hanno connotato la vita sociale ed economica di intere generazioni significa perdere un po’ anche l’identità e la memoria storica che ci ancora quasi inconsapevolmente a loro e alla singolarità dei luoghi che essi hanno contribuito a determinare come antichi custodi, al pari dei monumenti o dei palazzi storici.
Per i motivi su esposti, se piantare nuove piante va sempre e comunque bene, porre a dimora giovani soggetti arborei, troppo spesso in sostituzione di piante adulte, non giustifica tale azione come molti asseriscono, se non laddove strettamente necessaria. Ed inoltre ci vorranno lunghi anni affinché le giovani piante crescano e amplino la loro chioma per riuscire a svolgere quella azione ecologica di purificare grandi volumi d’aria inquinata e determinare una vera biodiversità in città. Troppo spesso con la scusa di garantire la “sicurezza” dei cittadini si abbatte una scure pesante che d’un tratto ci toglie alberi sani come per es. il grande pioppo conosciuto da tutti i cittadini , in via Zamboni, sul retro della Scuola Enologica. La sua ceppaia per tutto il diametro di quasi un metro e mezzo parla chiaro: la pianta non aveva carie o marciumi pericolosi, crepe o vuoti di alcun tipo che potessero determinare una situazione pericolosa, al massimo una o due branche ammalate che potevano essere potate e curate. E che dire delle sei piante, l’albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera) che fiancheggiavano la chiesa Immacolata di Lourdes tagliate solamente qualche giorno fa, perfettamente sane e belle e che superavano in altezza la stessa chiesa.
E se è vero ancora che la Soprintendenza ha dato parere favorevole per l’abbattimento dei pini domestici di P.le S. Martino in quanto non rappresentano valenze sotto l’aspetto dell’interesse artistico e storico ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n° 42, è altrettanto vero che si siano indagate e verificate con perizie tecniche e strumentali, oltre alla ovvia valutazione visiva, la stabilità meccanico-statica e lo stato dendrologico dei pini ? Non vogliamo dilungarci sul fatto che, se ci fosse l’intenzione, si potrebbe ancora discutere di drastici tagli di potatura probabilmente risolutori; si potrebbe discutere sul fatto che le radici di pino domestico siano per la maggior parte fittonanti, che ancorano quindi molto bene la pianta al suolo, pur mantenendo molte radici avventizie e con noduli che si propagano superficialmente; un aumento delle aiuole, una scarificazione debole del terreno, un arieggiamento dello stesso con aggiunta di sabbia e una leggera sopraelevazione del marciapiede e dei parcheggi adiacenti potrebbero risolvere la situazione… il tutto probabilmente costa troppo e quindi…
Sarebbe auspicabile che certe scelte operate dagli Uffici tecnici potessero almeno qualche volta essere condivise con alcune associazioni cittadine che si occupano di paesaggio, di natura, di ambiente, di ecologia e che al loro interno presentano professionalità utili ad uno scambio costruttivo di idee e perché no, anche per proposte alternative a quel che ormai poteva sembrare definitivo!
giuliano mocchi
(presidente della Sezione Italia Nostra di Conegliano)
 
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